Quella leggenda del fondatore della Zakspeed
A quasi 90 anni se n’è andato Erich Zakowski. Con la sua Zakspeed portò le Escort e le Capri Turbo a vincere per cinque volte il DRM tedesco prima di tentare l’avventura in Formula 1.
Il nome di Erich Zakowski forse non risulta subito famigliare agli appassionati delle corse. Molto di più lo è quello della sua creatura, la Zakspeed che ha segnato in maniera importante il motorsport tra gli anni ’70 ed il decennio successivo. Zakowski è scomparso lo scorso 1° novembre a pochi giorni dal suo compleanno: il 25 avrebbe compiuto 90 anni essendo nato nel 1933. Tedesco originario della Prussia Orientale, alla fine del 1945, quando la regione passò sotto la Polonia, con la madre e quattro fratelli fuggì in nave a Lubecca, città sul Mar Baltico.
Dopo diversi mesi nei campi d’accoglienza di Amburgo e Dortmund, la famiglia di Zakowski si stabilì a Niederzissen nella Renania-Palatinato dove Erich Zakowski iniziò a lavorare come apprendista meccanico fino a quando, nel 1968, fondò la sua azienda, la Zakspeed, che debuttò all’Eifel Race, al Nurburgring, con una Ford Escort.
Da lì iniziò un lungo sodalizio con la Casa dell’Ovale blu: le sue velocissime e potenti Ford Escort e Capri Turbo, con cui Dieter Glemser, Hans Heyer e Klaus Ludwig hanno vinto per cinque volte il DRM, l’antesignano del DTM tedesco, sono leggendarie. A metà degli anni ’80 Ford affidò proprio a Zakspeed il programma ufficiale nelle gare di durata con la C100 Gruppo C ma la vettura si dimostrò poco competitiva.
Nello stesso periodo Zakowski volle tentare l’avventura in Formula 1 con una propria monoposto e con un proprio motore turbo a quattro cilindri che verrà sostituito nel 1989 da un Yamaha V8 aspirato assolutamente competitivo. In cinque stagioni il team, sponsorizzato dal “tabaccaio” West, otterrà come miglior risultato il quinto posto con Martin Brundle nel GP di San Marino 1987 a Imola. La conquista con Eric van de Poele del DTM 1987 con una BMW M3 preparata da Zakspeed, l’ultimo sorriso di Erich Zakowski al timone della propria azienda prima di passare la mano ai figli Peter e Philipp.