Amarcord: i fantastici anni del Superturismo italiano
Negli anni ’90 le gare su pista, trasmesse in diretta tv, vissero un periodo favoloso con case ufficiali e piloti di primo piano a darsi battaglia.
La prima metà degli anni ’90 rappresenta un momento irripetibile per le gare Turismo in Italia. Un’epoca in cui la presenza ufficiale delle case automobilistiche, il talento di piloti di fama internazionale, il supporto di sponsor importanti e la copertura televisiva contribuirono a fare di questa categoria una delle più amate dal pubblico. Organizzate dalla Salerno Corse di Vito Sacco, Simone Capuano e Fernando Parisi, le competizioni divennero un punto di riferimento per gli appassionati, attirando migliaia di spettatori negli autodromi e un’ampia audience televisiva su Rai e TMC.

Negli anni ’80, le gare Turismo in Italia vivevano un momento di declino, oscurate dal successo di categorie più blasonate a livello internazionale. Pochi partecipanti, assenza di case ufficiali e scarso interesse del pubblico ne segnavano il destino. La svolta arrivò nel 1987 con l’assegnazione del primo Campionato Italiano Velocità Turismo (Civt), basato sul regolamento del Gruppo A. Il titolo fu conquistato da Michele Di Gioia con una BMW M3, aprendo la strada a una rinascita.

Nel 1988 la Salerno Corse prese in mano l’organizzazione del Civt, trasformandolo in un campionato strutturato e competitivo. Divise le vetture in 12 classi (sei per il Gruppo A e sei per il Gruppo N), puntò su una promozione aggressiva, attirando l’interesse di marchi come BMW e Alfa Romeo, che iniziarono a partecipare ufficialmente. Fu un successo: ogni appuntamento vedeva la partecipazione di un centinaio di piloti e gremiva gli autodromi di spettatori.

Nel 1990 nacque il Campionato Italiano Super Turismo, dedicato alle classi più potenti (A1 e A2), con regole più libere che avvicinavano le vetture alla spettacolarità del DTM tedesco. L’evoluzione regolamentare continuò negli anni successivi, con l’introduzione dei raggruppamenti S1 e S2, fino all’adozione del regolamento internazionale D2 FIA nel 1993.
Nel 1992, Nicola Larini trionfò con l’Alfa Romeo 155 GTA, battendo avversari di alto calibro come Giorgio Francia e Alessandro Nannini, anche loro con le Alfa. In quella stagione la Bmw si affida per lo più alla CiBiEmme Engineering che ha in Emanuele Pirro e Gabriele Tarquini i piloti di riferimento. In classe S2 dominano le Peugeot 405 Mi16 ufficiali di Fabrizio Giovanardi e Gary Ayles. BMW si prese la rivincita nel 1993 con Roberto Ravaglia su 318i, in un campionato che vide protagonisti anche Fabrizio Giovanardi (Peugeot) e Gabriele Tarquini (Alfa Romeo). Con una Volkwagen Vento fa capolino il team Audi Sport Europa che si affida a Beppe Gabbiani e Dindo Capello. L’arrivo di Audi nel 1994, con le Audi 80 Quattro, segnò una nuova era. Emanuele Pirro e Dindo Capello dominarono, aprendo un ciclo vincente per il marchio tedesco. Il romano è campione davanti all’Alfa 155 TS della Nordauto di Antonio Tamburini, terzo Giovanardi con la Peugeot. Nel 1995 Pirro si ripete con la nuova A4 Quattro superando il compagno di squadra Capello mentre Giovanardi, passato alla 155 TS della Nordauto visto l’addio di Peugeot, è terzo. L’anno dopo il campione lascia la sua vettura a Yvan Muller che alla fine è solo quarto senza successi parziali. Vittoria di misura, sei punti, per Capello sulla Bmw 320i di Johnny Cecotto seguito a due lunghezze dal compagno di squadra Emanuele Naspetti.
Nel 1997 il campionato iniziò a mostrare i primi segni di cedimento. La crescita dei costi, legata all’innovazione tecnologica (soprattutto elettronica), e il calo di interesse del pubblico ridussero il numero di partecipanti. Emanuele Naspetti con la Bmw vince il titolo superando nettamente la 155 di Giovanardi mentre Capello è solo terzo. Il 1998 segnò un passaggio di consegne alla Sponsor Service di Renzo Magnani, ma l’organizzazione non riuscì a mantenere lo stesso livello di visibilità e supporto. Vince l’Alfa con la nuova 156 affidata a Giovanardi, a seguire la Bmw di Naspetti e terza l’altra Alfa di Nicola Larini.
L’ultima vittoria di rilievo fu quella di Fabrizio Giovanardi nel 1999 sempre con l’Alfa Romeo 156, ma ormai il Campionato Italiano Super Turismo era destinato al tramonto. Nel 2000 la serie fu cancellata, ponendo fine a un’epoca gloriosa dell’automobilismo italiano.
Le gare Turismo degli anni ’90 hanno lasciato un segno indelebile nella storia delle competizioni italiane. I duelli tra Alfa Romeo, BMW, Peugeot e Audi, l’impegno di piloti leggendari e l’entusiasmo di un pubblico appassionato hanno contribuito a creare un’epoca d’oro che ancora oggi viene ricordata con nostalgia dagli amanti del motorsport.