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Cerchi Campagnolo: una storia di successo

I cerchi in lega dell’azienda vicentina per anni hanno equipaggiato le vetture di marchi prestigiosi a partire da Ferrari e Lamborghini

Per comprendere la grandezza del marchio Campagnolo, è fondamentale risalire alle origini di questa storica casa produttrice di cerchi in lega, fondata da un visionario: Tullio Campagnolo. Nato a Vicenza il 26 agosto 1901, Tullio si distinse non solo come ciclista (fu professionista dal 1927 al 1930), ma anche come un inventore geniale, capace di rivoluzionare il mondo della bicicletta con innovazioni che hanno segnato un’epoca. Fu lui l’ideatore del moderno cambio per biciclette e del mozzo a sgancio rapido, un’innovazione che ha trasformato il modo di affrontare le competizioni ciclistiche. Nel 1933 diede vita all’azienda che porta il suo nome

Negli anni del miracolo economico italiano dopo la guerra mondiale, Tullio Campagnolo, mantenendo salde le sue posizioni nel settore delle biciclette, avviò una ricerca incessante di materiali innovativi e leggeri. La sua visione lo portò ad acquisire la fonderia bolognese Amadori, specializzata nella produzione di cerchi in lega. Grazie all’expertise di Amadori, che si era specializzata nel lavoro con leghe di magnesio fornite dalla britannica Elektron, Campagnolo riuscì a coniugare leggerezza e resistenza nei suoi prodotti, dando vita a componenti che ben presto divennero sinonimo di qualità e prestazioni elevate.

I cerchi prodotti dalla “Campagnolo / Amadori” divennero rapidamente ricercati nel mondo delle competizioni automobilistiche e motociclistiche, trovando applicazione su una miriade di veicoli sportivi e da corsa. Marchi prestigiosi come Abarth, Alfa Romeo, Ferrari, Lamborghini e Ducati iniziarono a utilizzare i cerchi Campagnolo, contribuendo a scrivere pagine memorabili nella storia delle corse.

Con il passare degli anni, Campagnolo non si limitò a produrre cerchi in lega. L’azienda si specializzò anche nello sviluppo di mozzi ruota e pinze freno all’avanguardia per l’epoca. Tra le innovazioni più significative vi fu la creazione di una pinza monolitica fusa in Elektron, progettata per garantire prestazioni superiori. Questi componenti furono montati su modelli iconici come la Ferrari 250 GTO e la Maserati Tipo 61 Birdcage, segnando un’epoca d’oro per le corse automobilistiche.

In ambito motociclistico, Campagnolo si spinse ancora oltre, progettando i freni idroconici, una soluzione innovativa che integrava cerchio, mozzo e impianto frenante. Nonostante il loro potenziale, questi freni non si diffusero come sperato, principalmente a causa della crescente semplicità e dell’efficacia dei freni a disco che stavano emergendo sul mercato.

Negli anni ’70, Campagnolo contava oltre 450 dipendenti, numero destinato a crescere fino a 550 con l’acquisizione di un nuovo stabilimento a San Lazzaro di Savena, dedicato alla produzione di ruote in lega per motociclette. Durante questo periodo, i cerchi Campagnolo contribuirono ai successi di marchi storici: Ferrari trionfò in Formula 1, Lancia dominò nei rally e Alfa Romeo si affermò nei campionati sportivi. Anche nel Motomondiale, i cerchi Campagnolo erano praticamente onnipresenti.

Nonostante il successo, Campagnolo affrontò una profonda crisi finanziaria negli anni ’80, causata da inefficienze gestionali e organizzative. Questa crisi portò a un pesante licenziamento di personale e alla necessità di una ristrutturazione radicale. L’azienda si orientò verso una struttura più moderna e internazionale, spostando la produzione di componenti per biciclette nel nuovo stabilimento di Vicenza, dove si concentrarono tutte le fasi di produzione, dalla fonderia alla ricerca e sviluppo.

Grazie a questo processo di razionalizzazione e a una rinnovata domanda di biciclette, Campagnolo iniziò a recuperare terreno nel suo settore principale, mentre progressivamente cessò la produzione di componenti per l’industria automobilistica e motociclistica.

Tullio Campagnolo morì il 3 febbraio 1983, lasciando un’eredità indelebile nel mondo delle corse e della bicicletta. La sua visione e la sua determinazione hanno non solo creato un marchio di successo, ma hanno anche influenzato profondamente l’industria delle due ruote e oltre. Oggi, Campagnolo è sinonimo di qualità, innovazione e prestazioni, con una reputazione che continua a brillare nel panorama dell’industria ciclistica e automobilistica.

La storia di Campagnolo è quella di un’azienda che, grazie alla genialità del suo fondatore e alla continua ricerca di innovazione, è riuscita a diventare un punto di riferimento nel settore, con un impatto duraturo e significativo. Un viaggio che ha attraversato decenni di passione, sfide e successi, rappresentando un esempio di eccellenza italiana nel mondo.