Circuito di Casale, una storia breve ma intensa

1973 automotive tour of italy

Dal 1973 al 1977 l’autodromo piemontese ha vissuto stagioni memorabili con gare appassionanti e molto seguite. Venne chiuso per problemi di inquinamento ambientale. Di recente è stato utilizzato per alcune scene del film dedicato a Enzo Ferrari

La recente uscita nelle sale del film “Ferrari” incentrato su un anno ben preciso, il 1957, della vita di Enzo Ferrari ci da lo spunto per riportare alla luce la storia dell’autodromo di Morano sul Po, conosciuto anche con il nome di circuito di Casale Monferrato che assieme al circuito di Imola è stato una delle due location “sportive” del film. In particolare, il tracciato piemontese si è “trasformato” nell’aerautodromo di Modena, oggi scomparso, dove nel marzo del 1957 trovò la morte Eugenio Castellotti.

circuito di morano sul po map

Il circuito di Casale Monferrato prende il nome dalla cittadina più importante della zona a cavallo tra le province di Alessandria e Vercelli, nel territorio comunale di Morano Po tra campi coltivati e pioppeti, a poca distanza da dove scorre il Po. Sulla collina dall’altra parte del fiume si trovano i centri abitati di Pontestura e Coniolo. Ancora oggi dalla superstrada che unisce Trino a Moncalvo si vede, a qualche centinaio di metri di distanza, quello che resta della pista.

Il tracciato ricorda una “T” ed è lungo 2.460 metri. La pista viene percorsa in senso orario ed è composta da 6 curve a destra e 2 a sinistra. A costruirlo è stata, all’inizio degli anni ’70 un’impresa locale il cui titolare, Giovanni Verardi, è morto nel 1995. L’impianto, che occupa circa 400mila metri quadrati, si trova all’interno del parco fluviale del Po. Dopo i lavori di costruzione della pista e delle infrastrutture necessarie si arriva a lunedì 19 marzo 1973, festa di San Giuseppe che all’epoca era festività nazionale ed anche il giorno in cui, tradizionalmente, si correva la Milano-Sanremo di ciclismo. In quel giorno avvenne l’inaugurazione del tracciato piemontese: l’onore toccò ad Arturo Merzario che al volante della Ferrari 312 B3 di Formula 1 fermò i cronometri sul tempo di 1’11”1 alla media di 144,95 km/h. Tra gli ospiti personaggi come Clay Regazzoni e Gigi Villoresi. Migliaia gli spettatori sulle tribunette e sui rialzi naturali del terreno. In quel giorno si corre anche la prima prova del Campionato Italiano F3. Davanti a tutti partono le Brabham BT41-Novamotor di Alberto Colombo e Claudio Francisci seguite dalla Brabham BT35-Novamotor di Luigi Cinotti e dall’altra BT41 di Lella Lombardi, alessandrina e quindi seguita con attenzione particolare dagli appassionati locali. A seguire le Ensign F37-Novamotor di Carlo Giorgio e Roberto Marazzi. La gara vedrà Francisci vincitore davanti a Cinotti, Colombo e Lella Lombardi. La giornata di festa segna anche il debutta del Challenge Ford Escort Mexico, trofeo monomarca riservato a quel modello della Casa anglo-americana.

Il tracciato è gestito da una srl, la “Autodromo di Casale” che ce l’ha in gestione per dieci anni. Il tracciato viene utilizzato da piloti e squadre del Nord Ovest che vogliono testare le vetture, arrivano anche gli svizzeri vista la vicinanza di Morano Po. I piloti elvetici corrono a fine maggio la terza prova del loro Campionato di Formula 2, vinta da Roland Salomon. Nei mesi successivi girerà parecchie volte Claudio Maglioli per sviluppare la Lancia Stratos destinata al Mondiale Rally mentre a fine anno l’impianto ospita una prova del neonato Giro d’Italia, sui 25 giri del circuito si imporrà Arturo Merzario con la Stratos.

box 1

L’anno dopo la pista piemontese ospita, il 31 marzo, nuovamente la prima prova del Campionato Italiano F3. In gara 1 il sudamericano Pedro Passadore, GRD 374-Toyota Novamotor, regola Alessandro Pesenti Rossi su una GRD con motore Ford. Terzo Giorgio Francia su March 743-Ford davanti a Renzo Zorzi. In Gara 2 s’impone Sandro Cinotti su March 373-Toyota davanti a Luciano Pavesi (Brabham BT41-Novamotor) e Bruno Pescia, anche lui su March. Nella finale successo di Passadore davanti a Cinotti, Francia ed Alberto Colombo che ha una GRD 374-Novamotor. Il giro più veloce è di Passadore con 1’03”2. Le F3 tornano a Casale il 28 aprile per la terza prova del Campionato. Corrono anche il dominatore della serie britannica Brian Henton e l’australiano Larry Perkins ma sotto una pioggia battente vince Pavesi su Pescia. Henton (March 743-Holbay Pinto) si ferma per problemi elettrici quando è in testa mentre Perkins esce di strada con la March.

Il 30 giugno tornano gli svizzeri per la gara del Campionato nazionale di Formula 2. Vince come un anno prima Roland Salomon sulla March 732-Bmw. Tra le gare di contorno c’è quella del Campionato elvetico Porsche: ben trecento piloti si danno battaglia. Il 22 settembre si corre la Coppa Autodromo di Casale, quinto appuntamento del Campionato Interserie. Successo dello svizzero Herbert Müller su una Porsche 917/30 del team Martini Racing che segnerà il miglior tempo sul giro con 1’00”4 alla media di 146,623 km/h. Secondo il tedesco Helmut Kelleners, McLaren M20-Chevrolet, mentre il terzo posto è di una bravissima Lella Lombardi su Lola T282-Ford che precede la Porsche 917/19 del tedesco Willy Kauhsen. In autunno tornano le vetture del Giro d’Italia.

La vitalità dell’impianto e la sua posizione geografica attirano l’attenzione di Bernie Ecclestone, patron della Brabham che attraverso una società di Trino Vercellese manifesta l’intenzione di acquistare in zona un immobile da trasformare nella sede del team. Visto il successo, l’amministrazione comunale di Morano Po è favorevole allo sviluppo del circuito mentre gli abitanti di Pontestura e Cuniolo, dall’altra parte del fiume, si lamentano per il rumore. La stagione 1975 si apre con la gara di F3 con vittoria di Luciano Pavesi (Brabham BT41-Novamotor Ford) davanti a Fernando Spreafico, GRD 373-Novamotor Toyota, e Gaudenzio Mantova su una March 753-Novamotor Toyota. Le Formula 3 tornano il 14 settembre: vince lo svedese Conny Andersson (March 753-Novamotor Toyota) davanti a Gaudenzio Mantova e Luciano Pavesi. Al via anche due giovani, Eddie Cheever e Piercarlo Ghinzani.

Nel frattempo prende sempre più piede la vertenza tra il Comune di Pontestura guidato dal sindaco Franco Guarnero, e la società che gestisce il circuito. Al centro della discussione il problema dell’inquinamento ambientale. Nel 1976 l’attività sportiva rallenta per lasciare spazio ad avvocati e carte bollate. Il 20 giugno Conny Andersson vince ancora la gara di F3 mentre il 5 settembre s’impone Fernando Spreafico con una Chevron-Toyota preparata da Trivellato. Nel frattempo si lavora all’ipotesi di modificare il tracciato per cercare di non chiuderlo: in particolare si pensa di allungarlo (arrivando a circa quattro chilometri) e di eseguire una serie di interventi per contenere il rumore.

Il progetto rimane sulla carta e l’autodromo s’avvia alla chiusura. L’epilogo il 18 agosto 1977 quando sulla pista arrivano le ruspe che distruggono circa 400 metri di asfalto. Il progetto di demolizione prevede una serie di tre interventi. Prima si dovrebbe intervenire sulla pista ripristinando il terreno agricolo, poi toccherà alla recinzione ed ai guard rail. Nella terza fase si dovrebbero abbattere i box, l’infermeria e la palazzina della direzione corsa. La torretta dei cronometristi rimane in piedi. Da allora automobilisti e motociclisti (per permettere l’uso dell’impianto alle due ruote i guard rail erano smontabili) si sono visti serrare per anni le porte dell’autodromo. Verso metà degli Anni ’90 si è parlato della possibilità di riaprirlo eseguendo dei lavori per il contenimento e la riduzione dei rumori mentre negli ultimi anni la nuova società di gestione lo ha sistemato e riaperto per eventi non agonistici.