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Ernst Prinoth, dalle piste… alle piste

Ernst Prinoth vittorioso al termine di una gara

Il pilota altoatesino, uno dei migliori gentleman driver degli anni ’60, fu il primo a progettare e commercializzare un gatto delle nevi per battere le piste da sci.

La Val Gardena, situata nel cuore delle Dolomiti, è un luogo di straordinaria bellezza naturale e di una ricca tradizione artigianale. Ortisei, uno dei suoi paesi principali, è particolarmente famoso per le sue magnifiche sculture in legno, realizzate da abilissimi artigiani che hanno perfezionato le loro tecniche nel corso dei secoli. Questa tradizione si tramanda di generazione in generazione, contribuendo a mantenere viva la cultura e l’identità locale.

Uno dei nomi più illustri nella storia dell’artigianato di Ortisei è senza dubbio Leo Prinoth. Attivo tra le due guerre mondiali del ‘900, Leo è noto per le sue opere di scultura che riflettono la ricca tradizione della Val Gardena. Nel 1923, Leo diventa padre di Ernst, il quale, secondo le aspettative del padre, avrebbe dovuto seguire le orme artistiche della famiglia, oppure, come desiderava Leo, diventare ragioniere. Tuttavia, il giovane Ernst aveva altre passioni.

Fin da piccolo, Ernst Prinoth si mostra attratto dal mondo della meccanica, dedicando il suo tempo libero alla riparazione e alla guida di motociclette lungo le suggestive strade delle Dolomiti. Quando cresce, nel 1951, decide di aprire una piccola officina meccanica a Ortisei, dove inizia a lavorare su motociclette e, in seguito, su automobili. La sua carriera prende una piega entusiasmante quando, a metà degli anni ’50, inizia a gareggiare come pilota.

Le sue prime esperienze nel mondo delle corse lo vedono alla guida di piccole 500 Steyr Puch, per poi passare a vetture più potenti come le superleggere Fiat Abarth 750 Zagato e l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio. Uno dei punti culminanti della sua carriera è rappresentato dal modello Ferrari 250 GTO, un esemplare che successivamente verrà venduto a Fabrizio Violati e battuto all’asta a Los Angeles nel 2015 per la straordinaria cifra di 38 milioni di dollari. Ernst Prinoth si distingue in numerose competizioni, vincendo la classe in eventi prestigiosi come la Targa Florio e la Coppa Intereuropa a Monza, e conquistando la Coppa d’Oro a Modena nel 1960 con una Porsche 356 Carrera.

Nonostante il suo grande successo nelle corse automobilistiche, Ernst non si limita a questo. Tra il 1961 e il 1963, ha anche l’opportunità di “assaggiare” la Formula 1, non riuscendo però a qualificarsi per i Gran Premi d’Italia del 1961 e del 1962 con una Lotus 18 Climax. Tuttavia, si fa notare in competizioni extracampionato, piazzandosi terzo al GP di Vienna nel 1961 e secondo nella Coppa d’Italia dello stesso anno a Vallelunga.

Nel 1962, sfruttando le sue competenze meccaniche e la sua esperienza di pilota, Ernst Prinoth decide di affrontare una nuova sfida. Consapevole che per non affondare nella neve è necessario avere superfici di appoggio molto ampie, inizia a progettare un veicolo innovativo. Da questo concetto basilare nasce il prototipo P-25, un veicolo cingolato con un peso specifico di 25 grammi al centimetro quadro, pensato per facilitare il lavoro dei maestri di sci nella preparazione delle piste dopo le nevicate.

Questo progetto culmina nella creazione del Prinoth P-15, il primo gatto delle nevi al mondo, con un peso specifico di soli 15 grammi al centimetro quadro. Un’invenzione che rivoluziona il modo di battere le piste, rendendo più accessibile la pratica degli sport invernali a turisti e atleti.

Purtroppo, la vita di Ernst Prinoth si interrompe prematuramente nel 1981, quando muore improvvisamente a Innsbruck per un infarto. Lascia alle spalle un’eredità straordinaria, con l’azienda che porta il suo nome diventata leader mondiale nel settore dei veicoli cingolati. La sua visione e innovazione continuano a vivere tramite il figlio Erich, pure lui appassionato di corse, che raccoglie il testimone e porta avanti l’impresa di famiglia.

La storia di Ernst Prinoth è un esempio di come la passione, l’ingegno e la determinazione possano portare a realizzazioni straordinarie, contribuendo a mantenere viva la tradizione di Ortisei e della Val Gardena, un luogo dove l’arte e l’innovazione si intrecciano in modo unico.