,

Jacques Panciatici, pilota con l’Alfa Romeo nel cuore

Scomparso il 1° dicembre il rallysta francese, capace di portare a grandi successi le vetture milanesi.

Domenica 1° dicembre è mancato Jacques Panciatici, all’età di 76 anni a causa di un tumore con cui combatteva da tempo. Nato il 10 novembre 1948 a Marsiglia, Jacques, affettuosamente chiamato “Pancia”, è stato uno dei più grandi rallymen francesi degli anni ’70 e ’80.

A diciannove anni, Panciatici non aveva un piano chiaro. Studente di biologia, il suo incontro con il rally avvenne per caso, durante una giornata sulle strade della Ronde des Maures (Var). Lì capì che il mondo dei motori faceva per lui. Il giovane decise di mettersi alla prova e con una R8 Major del padre iniziò a cimentarsi sulle strade di campagna, prima per gioco, poi con ambizioni più serie.

La passione per le corse portò Panciatici a realizzare una R8 Major Gruppo 2. Per finanziare la sua passione, si adattò a ogni tipo di lavoro: ogni centesimo guadagnato era investito per le gare. “Vivevo per le corse”, ricordava Jacques, che nel frattempo riuscì a passare a vetture più performanti come la Gordini e l’Alpine A110. Passa poi all’Opel Kadett GT/E Gruppo 1 con cui più volte combatte contro Jean Louis Clarr. Con un budget risicato, decide di rimettersi in gioco nel Challenge Renault, che vinse. Dopo quel successo ricevette l’offerta di entrare nel team Volkswagen, con il quale corse per sei anni, prima con la Golf GTI e poi con l’Audi Quattro con i colori dell’azienda petrolifera BP. L’esperienza con la Quattro, benché tecnicamente interessante, fu deludente, spingendolo a cercare nuove opportunità.

Il vero punto di svolta arrivò con l’Alfa Romeo. “Non fu amore a prima vista”, ammise Jacques, che iniziò nel Challenge Alfa Romeo con una GTV6, macchina difficile da gestire ma capace di regalare grandi soddisfazioni. I successi si moltiplicarono e, negli anni successivi, Panciatici divenne un simbolo del marchio del Biscione, portando al limite modelli leggendari come la 75 Turbo e la 75 V6. Il suo anno magico fu il 1986 quando vinse il Gruppo N al Rallye Monte Carlo ed al Rally di Svezia 1986 sull’Alfa Romeo 33 4×4 e si distinse nel Campionato francese con la 75 Turbo, vettura con cui nel 1988 conquistò il titolo nazionale di Gruppo N.

Nel 1989, a 40 anni, Panciatici decise di appendere il casco al chiodo. Accettò con entusiasmo di dirigere la divisione competizioni di Alfa Romeo, mettendo a disposizione la sua esperienza. Tuttavia, si impose una regola ferrea: mai più toccare il volante durante i test, per non creare tensioni nel team. Sposato con la rallysta Bernadette Sacy nel 1988 diventa padre di Nelson, per diversi anni pilota in GP2 e poi ufficiale Alpine nelle gare di durata.

Panciatici rappresenta un’epoca in cui il rally era non solo competizione, ma anche passione, amicizia e aneddoti. La sua carriera, pur non avendo toccato i vertici assoluti, è rimasta impressa nella memoria collettiva grazie alla sua autenticità, alla fedeltà ai marchi che ha rappresentato e alla capacità di costruire legami indimenticabili. “Non sono un grande campione, ma ho vissuto il rally come una grande avventura umana”, disse una volta Panciatici, ricordando i momenti più belli della sua carriera.

Immagini: dalla rete