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Louis Renault e il dramma di Bordeaux

Durante la corsa Parigi-Madrid del 1903 il futuro costruttore francese perse in un incidente il fratello Marcel. Smise di correre ma iniziò a fr crescere la sua azienda.

Non tutti sanno come sia iniziata la storia di Renault, un marchio che precede persino Mercedes come entità da corsa, nato all’alba delle competizioni automobilistiche. Lo sport è stato un elemento cruciale per stabilire Renault come uno dei principali produttori nel settore. Tra i momenti più memorabili e tragici c’è la corsa Parigi-Madrid del 1903, interrotta a Bordeaux dal governo francese dopo una serie di incidenti mortali.

Le fotografie del traguardo mostrano l’orrore sul volto di Louis Renault, avvisato del grave infortunio del fratello Marcel che in seguito alle ferite morì poco dopo. La sua seconda posizione, ottenuta con una macchina leggera costruita da lui stesso partendo dal telaio di una De Dion, perdeva di significato di fronte alla tragedia familiare. Anche senza l’intervento del governo, è probabile che Louis non avrebbe continuato la corsa, che aveva già causato un numero inaccettabile di vittime.

Quella corsa, che avrebbe dovuto concludersi a Madrid, si fermò a Bordeaux, dove le auto coinvolte vennero rimorchiate e rimandate a Parigi. Si pensava che fosse la fine di questa follia di far correre automobili attraverso il paese, solo otto anni dopo la nascita del motorsport. Durante quel breve periodo, la tecnologia e la velocità delle auto avevano fatto progressi straordinari: mentre la prima competizione era stata vinta da Emile Levassor con una Panhard-Levassor a una velocità media di appena 22,5 km/h, Fernand Gabriel riuscì ad attraversare i 630 km da Parigi a Bordeaux a una media di 106 km/h con la sua Mors, superando le avversità e le nuvole di polvere partendo da una posizione di partenza molto svantaggiata.

Tra i dieci morti ci furono anche quattro persone del pubblico. L’inevitabile carneficina fu causata dalla velocità delle auto, che superavano i 145 km/h, e dalla totale inesperienza delle persone, che si affollavano lungo le strade per vedere questi superuomini in azione, spesso avvicinandosi troppo. Anche i cani vaganti rappresentavano un rischio reale. Era necessario fermare tutto.

Nonostante la tragedia, il motorsport non si fermò. Il potere economico e politico dei costruttori automobilistici garantì la prosecuzione delle corse. La Renault di Louis era all’avanguardia di un’industria nazionale che nel 1903 produceva 30.000 auto — circa la metà della produzione mondiale — impiegando 25.000 persone e promettendo un futuro ancora più florido. Era evidente che queste nuove macchine avrebbero contribuito in modo significativo all’economia francese, trasformandola in una potenza industriale.

Louis Renault, nato in una famiglia benestante di produttori di tessuti, era un personaggio atipico, privo di grazia sociale, che faticava a scuola e spesso marinava le lezioni. La sua passione per la meccanica lo portò a sperimentare nel capanno degli attrezzi della famiglia a Billancourt. A 21 anni, inventò un ingegnoso cambio per un triciclo de Dion, trasformandolo in un quadriciclo. Questo cambiamento lo portò a ricevere ordini per altre unità, spingendolo infine a fondare la propria azienda con l’aiuto dei suoi fratelli.

Per dimostrare la velocità e la resistenza delle loro auto, Louis e Marcel parteciparono alle prime gare tra città. Le loro auto agili e veloci si dimostrarono formidabili, e Marcel, in particolare, si distinse come un grande pilota. Nel 1902, vinse la Parigi-Vienna, superando auto enormemente più potenti su strade difficili.

La corsa del 1903, la Parigi-Madrid, si rivelò però fatale per Marcel. La tragedia segnò profondamente Louis, che decise di non gareggiare mai più, ma continuò a costruire un’azienda automobilistica di successo.

Nonostante la tragedia, il potere economico dell’industria automobilistica garantì sufficiente influenza politica per mantenere vivo il motorsport. Tuttavia, il formato delle gare cambiò: non si corse mai più da una città all’altra. Già l’anno precedente, il Circuito delle Ardenne in Belgio aveva dimostrato un nuovo modo di correre, con sei giri su strade pubbliche chiuse.

Renault tornò a competere nelle corse, e il meccanico di Louis, Ferenc Szisz, vinse il primo Gran Premio a Le Mans nel 1906. Innovazioni come la sovralimentazione e le valvole pneumatiche avrebbero caratterizzato il futuro di Renault, portando l’azienda a conquistare numerosi titoli mondiali.