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Rally: Walter Rohrl 50 anni fa vinceva l’Europeo

Il titolo continentale nel 1974 fu il primo successo importante del tedesco, all’epoca pilota ufficiale Opel, che l’anno dopo vincerà l’Acropoli, prova del Campionato del Mondo.

Gli anni ’70 furono un momento d’oro per i rally con auto leggendarie e piloti di talento che seppero conquistare il cuore degli appassionati. Tra di loro non si può fare a meno di menzionare Walter Röhrl, che ha trasformato il mondo dei rally e che proprio cinquant’anni fa conquistò il Campionato Europeo, primo successo importante di una carriera da protagonista assoluto.

Walter Röhrl è nato a Ratisbona, Regensburg in tedesco, nel 1947 e la passione per gli sport lo accompagnò fin dalla giovane età. Dallo sci al calcio, passando per il canottaggio, il futuro campione scelse infine il mondo dei rally. Il 1972 rappresentò una svolta fondamentale nella carriera di Röhrl. Iniziò a farsi conoscere al volante della Ford Capri 2600 RS in gare come il Rally di Polonia (dove finì secondo) e il Rally del Baltico che vinse mentre l’anno successivo, Röhrl fece il suo ingresso ufficiale nel team Opel, affiancato dal copilota Jochen Berger.

Nel 1973 vinsero, con l’Ascona A 1.9 SR, motore di 1,9 litri in grado di sviluppare 212 CV, gare di una certa importanza come il Rally Danubio in Romania, la Monaco-Vienna-Budapest ed il Vltava in Cecoslovacchia chiudendo al secondo posto nel Campionato Europeo.

Ma il 1974 fu davvero l’anno di Röhrl-Berger. Partiti per lottare per la serie continentale, si devono subito fermare all’Arctic in Finlandia ed in Portogallo ma la prima soddisfazione non tardò ad arrivare. Avvenne all’8° Rallye Firestone a Bilbao (dove l’anno prima Munari-Mannucci regalarono alla Stratos la prima vittoria della sua storia) dove Röhrl dominò dall’inizio alla fine.

Ma quella in terra spagnola fu solo la prima di una serie di successi. Arrivarono di seguito il Tulip Rallye ed il Rallye Hessen in patria. In Olanda il pilota della Opel, rischiò, senza colpe, di essere squalificato: la Polizia locale dichiarò che aveva superato di parecchio i limiti di velocità in trasferimento ma era un grosso errore. Le immagini accertarono che il numero 1 sulle portiere della Opel Ascona fu scambiato per il numero 7 assegnato alla Porsche 911 del polacco Marek Gierowski, autore dell’infrazione.

Ritiri al Barum in Cecoslovacchia ed al Zlatni Piassatzi (da noi più conosciuto come Sabbie d’Oro) in Bulgaria prima dell’ottavo posto a Ypres. Il Danubio in Romania segna il ritorno al successo prima del ritiro al San Martino di Castrozza. La vittoria al Rally di Lugano (davanti alla Fiat 124 Abarth di Anna Cambiaghi e Luana Vanzi) ed il quinto posto nel RAC iridato chiudono la stagione di Röhrl-Berger che, con 120 punti, dominano il Campionato Europeo Rally.

Il successo nel Campionato Europeo non appagò le ambizioni di Röhrl. Il pilota sognava di vincere il Rallye di Monte Carlo, un obiettivo che avrebbe perseguito con costanza. Nel 1975, sempre con l’Ascona e con Jochen Berger, ottenne la sua prima vittoria nel Campionato del Mondo all’Acropoli. L’anno dopo il navigatore diventerà il responsabile di Opel Motorsport mentre Walter Röhrl, prima con Willi-Peter Pitz e poi con Christian Geistdorfer non sempre otterrà risultati brillanti, per lo più per la fragilità della Opel Kadett GT/E 16 valvole Gruppo 4.

Il matrimonio del pilota tedesco e di Opel terminerà a metà del 1977 (il San Martino di Castrozza è la prima gara con la Fiat 131 Abarth) ma ricomincerà nel 1982. Con l’Opel Ascona 400 Röhrl-Geistdörfer quell’anno vinsero il Rally di Monte Carlo per la seconda volta. i podi conquistati nel corso dell’annata e la vittoria nel Costa d’Avorio (ex Bandama) di fine stagione si tradussero nel secondo titolo mondiale del tedesco, confermando Röhrl non solo come uno dei migliori piloti della sua epoca, ma anche come uno dei più grandi nella storia dei rally.