A Londra in mostra la Ferrari “Uovo” di Marzotto
Una vettura unica, voluta dall’imprenditore veneto per la Mille Miglia, sarà l’attrazione del Salon Privé Concours di fine agosto in Gran Bretagna.
Una vettura straordinaria si prepara a catturare l’attenzione al Salon Privé Concours che si svolgerà a Blenheim Palace dal 28 al 29 agosto. Si tratta della Ferrari 166MM/212 Export “Uovo” del 1950, un pezzo unico che promette di essere il fulcro dell’evento più esclusivo del mondo automobilistico britannico.
Soprannominata “Uovo” per la sua forma ovoidale futuristica, questa Ferrari è considerata una delle più famose mai costruite. La sua storia inizia con la visione di Giannino Marzotto, pilota due volte vincitore della Mille Miglia, che credeva fermamente nel potenziale di miglioramento aerodinamico delle già potenti vetture Ferrari. Marzotto, insieme al fratello Vittorio, commissionò due telai Ferrari 212 Export, da consegnare con motore e meccanica ma senza carrozzeria. Il progetto prese forma grazie alla collaborazione con il carrozziere Paolo Fontana e il giovane ingegnere Franco Reggiani. L’obiettivo era creare una coupé aerodinamica, bassa e arrotondata, con un telaio rigido per ottimizzare le prestazioni su strade accidentate.
Reggiani, forte della sua esperienza nell’industria aeronautica, progettò una carrozzeria in Peraluman, una lega leggera di alluminio e magnesio. Il design prevedeva un frontale basso, un corpo stretto per fendere l’aria e parafanghi pronunciati che incorniciavano un abitacolo snello. Innovativi erano anche i montanti del tetto in cavi d’acciaio intrecciati e il parabrezza in perspex inclinato. Curiosamente, la vettura finì per utilizzare un telaio 166 MM Touring Barchetta, a causa di ritardi nella consegna dei telai 212 Export. Il motore, però, era il V12 da 2,6 litri della 212 Export, capace di erogare 190 cavalli. Un elemento chiave dell’Uovo era il suo serbatoio extra-large, progettato per le gare su lunghe distanze, che permetteva di percorrere quasi 500 chilometri senza rifornimento. Questa caratteristica si rivelò fondamentale per i successi nella Mille Miglia del 1951 e nella Coppa della Toscana dello stesso anno. Dopo una breve ma intensa carriera agonistica, che incluse la vittoria alla Trento-Bondone del 1952 con Giulio Cabianca al volante e alcune gare in Nord America, l’Uovo entrò a far parte di una collezione privata.