Amarcord: Gino Pozzo e l’Alfa gialla
Con le auto preparate da Monzeglio il pilota torinese seppe cogliere vittorie prestigiose in pista ed in salita battendo spesso le vetture ufficiali.
Con la sua Alfa Romeo GTA gialla, Gino Pozzo ha scritto pagine memorabili nella storia del motorsport italiano e internazionale, facendo vedere “i sorci verdi” alle celebri vetture rosse della Casa del Biscione. Nato il 13 giugno 1938 a San Mauro Torinese, Pozzo è stato il prototipo del pilota gentleman: capace di dividersi tra la gestione della lavanderia industriale di famiglia e una brillante carriera sportiva, guidata dalla passione per le corse.
Gino Pozzo fece il suo debutto nel settembre 1957 al Trofeo Supercortemaggiore di Monza con un’Alfa Romeo Giulietta Ti. Nei primi anni, alternò le gare in pista con le cronoscalate, affinando le sue abilità al volante. Il primo trionfo di rilievo arrivò nel 1964, quando vinse la classe alla Garessio-San Bernardo con una Simca Abarth 1150, attirando l’attenzione di Renato Monzeglio.
Dal 1965, sotto l’ala di Monzeglio, Pozzo iniziò a correre con vetture come la Lancia Appia Zagato e la Fulvia, ottenendo numerose vittorie di classe, tra cui quelle alla Castell’Arquato-Vernasca e alla Courgnè-Alpette. Il 1965 segnò anche la sua partecipazione alla Targa Florio, dove si piazzò terzo di classe.
Nel 1968, Monzeglio passò dalle Lancia alle Alfa Romeo, portando con sé Pozzo. A bordo di una Alfa Romeo GTA 1600 ex ufficiale, Pozzo conquistò piazzamenti di rilievo, tra cui la vittoria alla Sierra Montana in Svizzera. Nel 1970, iniziò a gareggiare anche in pista, alternando successi nelle cronoscalate come la Trento-Bondone e la Parma-Poggio di Berceto a brillanti prestazioni su circuiti con una Sport-prototipo Simonetti motorizzata Alfa Romeo.
Il 1971 fu l’anno della consacrazione. Pozzo vinse la Coppa Carri a Monza e dominò la cronoscalata Trento-Bondone, ma il suo più grande successo arrivò con la conquista del Campionato Italiano Gruppo 2 al volante della GTA Junior preparata da Monzeglio. In quella stagione, Pozzo si lasciò alle spalle persino i piloti ufficiali Alfa Romeo, consacrandosi come uno dei protagonisti del motorsport italiano.
Nel 1972, Pozzo si lanciò nell’Europeo Turismo, guidando una Alfa Romeo GTAm, una versione più performante della GTA. Successivamente, nel 1973, passò alla scuderia Filipinetti, dove corse in pista con una Fiat 128 Coupé, condividendo il volante con piloti del calibro di Mike Parkes. In quegli anni, partecipò anche a numerose cronoscalate e rally, dimostrando una versatilità straordinaria.
Il 1975 lo vide esplorare il mondo della Formula 3, una delle categorie più competitive del motorsport. Tra le gare disputate, spicca la partecipazione al prestigioso Gran Premio di Monte Carlo, dove guidò una GRD motorizzata Toyota.
Negli anni successivi, Pozzo si concentrò sulle gare in pista, correndo con una Osella PA3 insieme a Franco Milano. Tra le loro imprese spiccano i piazzamenti al Giro d’Italia Automobilistico, dove chiusero quinti nel 1977 con una Porsche 911 Carrera e settimi nel 1978 con una Porsche 934.
Anche negli anni ’80, Pozzo continuò a lasciare il segno. Nel 1980, partecipò al Giro d’Italia con una Fiat 131 Abarth preparata da Monzeglio, chiudendo al quarto posto in squadra con Aldo De Paoli e il navigatore Marco Ercole.
Nonostante un progressivo rallentamento dell’attività agonistica, Pozzo non abbandonò mai completamente il motorsport. Nel 1990, tornò in pista con le GTA della Scuderia del Portello, partecipando all’Europeo Storico. Nel 2000, vinse la categoria storica della Susa-Moncenisio con una AMS motorizzata Alfa Romeo, sigillando una carriera ricca di successi e imprese memorabili.