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Gene Hackman e la passione per il volante

L’attore americano, scomparso di recente, negli anni ’80 partecipò ad alcune gare di durata. Secondo Bob Bondurant, proprietario della famosa scuola di pilotaggio, era “impressionante”.

Con Steve McQueen condivideva l’anno di nascita, il 1930. Con Paul Newman condivideva il fatto di aver vinto il premio Oscar. Con entrambi condivideva la passione per il motorsport. Gene Hackman, attore di fama mondiale è stato trovato morto nei giorni scorsi insieme alla moglie Betsy Arakawa ed al cane nella loro casa di Santa Fe, nel New Mexico.

Hackman aveva una forte passione per il motorsport che lo ha portato a gareggiare per alcune stagioni, tra la fine degli anni ’70 e la metà del decennio successivo. La sua avventura nel mondo delle corse iniziò quando ricevette un invito a partecipare a una gara di celebrità a Long Beach negli anni ’70 durante il week end del Gran Premio di Formula 1 degli Usa Ovest. Da lì, iniziò a partecipare agli eventi della Sports Car Club of America e prese lezioni al volante delle monoposto di Formula Ford presso la scuola di guida di Bob Bondurant in California. Di lui il più famoso coach americano di piloti ebbe a dire che nella lunga lista di celebrità che ha formato presso la sua scuola “il più talentuoso era Gene Hackman. Era il più impressionante”. Dan Gurney lo chiamò a far parte del suo team All American Racers nelle gare di endurance che si svolgevano in vari circuiti statunitensi.

Hackman fece il suo debutto nel campionato IMSA GTU nel febbraio del 1983 a Daytona, guidando una Toyota Celica (motore di 2.1 litri da oltre 300 CV) di Dan Gurney, condividendo il volante con i piloti giapponesi Masanori Sekiya (che nel 1995 vincerà la 24 Ore di Le Mans) e Kaoru Hoshino. Purtroppo, la Celica si ritirò a causa di un guasto al cambio, ma Hackman tornò a correre con la stessa auto più tardi nella stagione, partecipando alla 6 Ore di Riverside assieme a Wally Dallenbach Jr. e Margie Smith-Haas, all’epoca agli inizi della sua carriera che la porterà a correre per alcuni anni nel Mondiale Endurance. Chiuderanno sedicesimi assoluti e quinti di categoria GTU.

Nel 1984, Hackman partecipò di nuovo ad una gara IMSA, questa volta la 12 Ore di Sebring, con una Mazda RX-7 del team Preston & Son. Condivise la vettura con l’art director e collezionista Whitney Ganz, ma la gara si concluse con un ritiro. Non andò meglio alla 6 Ore di Riverside.

Nonostante queste difficoltà, Hackman continuò a correre in corse riservate alle celebrità, ottenendo numerosi successi nelle gare Toyota ProCelebrity a Long Beach e Watkins Glen.

Tuttavia, Hackman si rese conto che l’intenso programma di gare e la mentalità necessaria per competere a livello professionale erano un prezzo che non era disposto a pagare a lungo. “A un certo punto ho capito che se non fossi stato davvero serio e non potessi impegnarmi in 15-18 gare all’anno, non avrei potuto competere a un livello professionale”, ammise.

Nel corso degli anni, possedette diverse auto sportive, tra cui Ferrari e Porsche, ma successivamente passò a utilizzare pick-up Toyota e Nissan, scegliendo veicoli più pratici che lo aiutassero a mantenersi entro i limiti di velocità.