NART, le Ferrari americane
Luigi Chinetti, tre volte vincitore a Le Mans, dopo la guerra diventò importatore delle vetture del Cavallino negli Stati Uniti. Importante il suo ruolo nelle corse, anche nella stagione 1964 della Formula 1.
Luigi Chinetti nacque il 17 luglio 1901 a Jerago con Orago, un piccolo comune in provincia di Varese. Cresciuto in un periodo di grandi trasformazioni, iniziò la sua carriera come meccanico presso l’Alfa Romeo nel 1917, dimostrando fin da subito un innato talento per la meccanica e il motorsport. Tuttavia, a causa di problemi con il regime fascista, Chinetti emigrò a Parigi, dove continuò a lavorare come venditore per il marchio del Biscione.

In Francia, Luigi Chinetti intraprese anche la carriera di pilota, guadagnandosi rapidamente una certa notorietà. Il momento di svolta arrivò nel 1932, quando vinse la 24 Ore di Le Mans al volante di un’Alfa Romeo 8C, in coppia con Raymond Sommer. L’anno seguente trionfò alla 24 Ore di Spa, condividendo la guida con Louis Chiron, e nel 1934 conquistò una seconda vittoria a Le Mans, ancora una volta a bordo di un’Alfa Romeo 8C.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Chinetti si trasferì negli Stati Uniti, dove lavorò nel commercio automobilistico per Alfred Momo, un noto meccanico e importatore. Naturalizzato cittadino americano nel 1946, tornò alle competizioni subito dopo il conflitto. Nel 1949, ottenne la sua terza vittoria alla 24 Ore di Le Mans, questa volta al volante di una Ferrari 166 MM. Guidò per ben 23 ore, cedendo il volante al suo copilota Peter Mitchell Thomson solo per un’ora, e divenne il primo pilota a vincere tre volte la celebre gara. Lo stesso anno, Chinetti vinse anche la 24 Ore di Spa e, nel 1951, si impose nella Carrera Panamericana, sempre con una Ferrari, stavolta una 212 Inter.
Nel 1953, Chinetti si ritirò dalle corse come pilota attivo per concentrarsi sul suo nuovo incarico: diventare l’importatore ufficiale di Ferrari per il Nord America. Fu un ruolo cruciale per il Cavallino Rampante, allora poco conosciuto oltreoceano. Grazie al suo lavoro, il marchio Ferrari trovò un terreno fertile negli Stati Uniti, conquistando sia appassionati che collezionisti.
Nel 1958, Chinetti fondò il North American Racing Team (NART), con l’obiettivo di promuovere Ferrari nel mondo delle corse americane. Il team ottenne subito grandi successi, tra cui la vittoria alla 12 Ore di Sebring del 1958 con una Ferrari 250 Testa Rossa guidata da Phil Hill e Peter Collins.
La vittoria più iconica della NART arrivò nel 1965, quando una Ferrari 250 LM guidata da Jochen Rindt e Masten Gregory vinse la 24 Ore di Le Mans. Fu una gara segnata da polemiche, con accuse di irregolarità nei turni di guida del team di Chinetti. Nonostante ciò, la vittoria segnò un momento storico per la NART e per Ferrari.
Chinetti e il suo team giocarono un ruolo importante anche in Formula 1. Nel 1964, durante le ultime due gare del campionato, la Ferrari di John Surtees gareggiò con i colori della NART (azzurro e bianco) e non con il classico rosso in segno di protesta del “Drake” contro la FIA. Surtees vinse il titolo mondiale, consolidando il legame tra Ferrari e Chinetti.
Un altro momento memorabile fu il piazzamento a podio della NART alla 24 Ore di Daytona del 1967, che contribuì alla famosa tripletta Ferrari con tre 330 P4. Per celebrare quel successo, Ferrari lanciò la leggendaria 365 GTB4 Daytona, una delle vetture più ambite dai collezionisti.
Il team NART continuò a correre fino al 1982, accumulando oltre 200 gare e collaborando con oltre 100 piloti, tra cui leggende come Phil Hill e Mario Andretti.
Luigi Chinetti non fu solo un pilota e un imprenditore, ma anche un visionario che contribuì in modo significativo alla diffusione di Ferrari nel mondo. Considerava le vetture del Cavallino come creature dotate di anima, e il suo lavoro ha lasciato un’impronta indelebile nel motorsport e nell’automobilismo. Chinetti si spense a Greenwich, Connecticut, nel 1994, all’età di 93 anni, dopo una vita interamente dedicata alla passione per le auto e le corse. Il suo nome resta leggendario, simbolo di un’epoca pionieristica e irripetibile.