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Pietro Corradini, meccanico di una F1 che non c’è più

merzario e corradini

Modenese, per quasi vent’anni è stato tra gli uomini che hanno contribuito ai trionfi della Ferrari in tutto il mondo. Alla casa di Maranello ha dedicato tutta la sua vita

Aveva i motori nel sangue, ma soprattutto aveva la “Rossa” nel sangue. A lei ha dedicato tutta la sua vita, un amore che, sotto mille sfaccettature, non è mai venuto meno. Aveva 77 anni Pietro Corradini che se n’è andato mercoledì 21 febbraio dopo aver lottato con la malattia che lo aveva colpito. Modenese di Formigine, è stato uno degli storici meccanici della Ferrari ed ancora oggi si dedicava alle vetture di Maranello.

Corradini aveva iniziato a lavorare alla Bizzarrini prima di passare alla Scuderia Serenissima ed era entrato in Ferrari nel 1970 andando a lavorare quasi subito nella squadra corse dove troverà altri meccanici che sono rimasti nel cuore degli appassionati come Giulio Borsari ed Antonio Bellentani. In quasi vent’anni sui circuiti di tutto il mondo il tecnico modenese lavorerà a fianco di grandi campioni come Jacky Ickx, Arturo Merzario (con lui nella foto tratta dal sito FB della scuderia Belle Epoque), Clay Regazzoni, Niki Lauda, Gilles Villeneuve, forse il pilota con cui Corradini ha avuto un rapporto più stretto, e poi ancora Renè Arnoux e Gerhard Berger, l’ultimo pilota con cui ha collaborato.

Sul finire degli anni ’80 lascia il reparto corse per dedicarsi alle auto stradali di Maranello, in particolare alla F40 ed alla F50 mentre dopo aver raggiunto la pensione ha continuato ad occuparsi di vetture Ferrari stradali e da corsa e monoposto di Formula 1 con la Scuderia Belle Epoque. Con lui se ne va uno dei meccanici più appassionati ed innamorati di un lavoro – oseremmo dire una missione – che è profondamente cambiato in tutti questi decenni.