Pista: addio a Bob Garretson
Primo campione del mondo endurance nel 1981, il pilota californiano si è spento a 91 anni.
È morto nei giorni scorsi all’età di 91 anni, Bob Garretson, figura storica dell’endurance e primo campione del mondo piloti nella storia della specialità. Legato indissolubilmente alla Porsche 935, Garretson ha attraversato un’epoca d’oro del motorsport internazionale, conquistando vittorie di rilievo e lasciando un segno profondo in una disciplina che, tra gli anni ’70 e ’80, stava vivendo una fase di straordinaria evoluzione.
Nato e cresciuto in California, Garretson ha ottenuto uno dei suoi successi più importanti nel 1978, vincendo le 12 Ore di Sebring in equipaggio con Brian Redman e Charles Mendez. Ma è nel 1981 che raggiunge l’apice della carriera: oltre alla vittoria nelle 24 Ore di Daytona, condivisa con Redman e un giovanissimo Bobby Rahal, lo statunitense conquista il titolo di primo campione del mondo Piloti endurance, riconoscimento istituito per la prima volta dalla FIA quell’anno, in parallelo al Mondiale Marche.
Per celebrare il traguardo storico, Garretson fu inserito nel 2019 nella Hall of Fame della FIA a Parigi, accanto ai grandi nomi che hanno segnato la storia delle gare di durata.
Nonostante la sua notorietà fosse principalmente legata al panorama statunitense, Garretson ha disputato anche cinque edizioni della 24 Ore di Le Mans tra il 1978 e il 1982. Il miglior risultato risale al 1981, quando chiuse sesto assoluto insieme a Ralph Kent-Cooke e alla francese Anny-Charlotte Verney, in una delle rare presenze femminili dell’epoca.
Figura discreta e poco incline alla ribalta mediatica, Bob Garretson è ricordato dagli appassionati come uno dei più abili interpreti della Porsche 935, vettura simbolo dell’endurance di quegli anni, e come un pilota capace di unire affidabilità, intelligenza tattica e grande costanza nelle gare di lunga durata.
Con la sua scomparsa, il mondo dell’endurance perde un protagonista silenzioso ma fondamentale della sua storia.