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Salite: Franco Pilone e quel legame con Osella

Il torinese, all’inizio degli anni ’70, è stato uno dei migliori specialisti delle cronoscalate tanto da arrivare al titolo europeo. Per quasi tutta la sua carriera fu fedele all’Abarth e poi alle vetture del costruttore piemontese.

Franco Pilone, nato il 14 agosto 1941 a Torino, è una figura leggendaria nel panorama delle cronoscalate. Dal fisico massiccio, ha iniziato la sua carriera automobilistica negli anni ’60 al volante di una Fiat 500, per poi distinguersi con vetture Abarth e Osella, che gli hanno permesso di scrivere pagine memorabili del motorsport.

Pilone debutta con una Abarth 1000 OT nel 1966, ma è con la Porsche Carrera 6 che ottiene il suo primo grande successo, vincendo la Rieti-Terminillo nel 1968. Il 1969 segna la sua definitiva consacrazione, con vittorie nelle più prestigiose competizioni italiane. Conquista di nuovo la Rieti-Terminillo, fa sua la Malegno-Borno sotto la pioggia e centra il bersaglio grosso alla Vittorio Veneto-Cansiglio. In quella stessa stagione s’aggiudica anche la Trieste-Opicina, l’Alpe del Nevegal e la Coppa del Chianti.

Nel 1970 passa all’Abarth 2000S. Vince la Coppa del Chianti, ottiene il secondo posto al Bondone ed il terzo alla Cesana-Sestriere ed a fine anno conquista la piazza d’onore nel Campionato europeo della montagna. Nel 1971 resta fedele alla Casa dello Scorpione correndo con la 2000 e la 3000. Vince la Coppa Carotti a Rieti, in Francia s’impone all’Ampus superando il transalpino Jimmy Mieusset ed è secondo in Austria, a Dobratsch, dietro all’Abarth 3000 dell’idolo di casa Johannes Ortner.

Nel 1972 Pilone segue Enzo Osella, che rileva la divisione sportiva Abarth. Con una SE031, conquista il titolo europeo nella categoria Sport. Questo sodalizio non si limita alle competizioni: Pilone diventa anche collaudatore delle vetture Osella, dimostrando grande abilità tecnica. Nel 1973 con l’Abarth Osella è secondo dietro a Mauro Nesti alla Trento-Bondone ed alla Rieti-Terminillo. Vince la Pedavena-Croce d’Aune e la Verzegnis-Sella Chianzutan. Lo si vede anche in pista: nell’Europeo 2 Litri di Imola finisce ottavo con un’Abarth Osella PA1.

Nonostante una riduzione dell’attività a partire dal 1974 per concentrarsi sull’azienda di famiglia, Pilone continua a partecipare a eventi di rilievo. Si distingue al Giro automobilistico d’Italia dove è secondo sulla Porsche RSR con il concittadino Victor Coggiola e in gare di durata come la 1.000 km di Imola, pur senza ottenere risultati significativi.

Dopo una pausa di dieci anni, Pilone ritorna alle gare con un’Osella PA9. Nel 1987, dimostra ancora il suo valore vincendo la Rieti-Terminillo. Tuttavia, il 1988 segna la fine della sua carriera: un grave incidente alla Malegno-Borno lo costringe al ritiro definitivo. Sebbene sopravviva, l’incidente gli lascia una gamba compromessa, ricordandogli per sempre il prezzo delle corse. Negli ultimi anni si trasferisce in Brasile dove muore il 31 dicembre 2017.

Franco Pilone è ricordato come un pilota di grande talento, capace di adattarsi a vetture complesse e a percorsi impegnativi. La sua dedizione alle cronoscalate e il legame con Abarth e Osella lo rendono un’icona delle competizioni italiane, celebrato per la sua passione e determinazione, qualità che lo hanno reso uno dei migliori interpreti delle gare in salita.