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Anny-Charlotte Verney: madame Le Mans

La pilotessa ha corso per dieci volte la maratona sul circuito de La Sarthe, miglior risultato il sesto posto nel 1981. In carriera si è distinta anche alla Parigi-Dakar.

Il mondo delle corse automobilistiche ha visto poche donne conquistare il livello di fama e successo raggiunto da Anny-Charlotte Verney, la leggendaria “Regina di Le Mans.” Una donna dal carattere forte e determinato, Verney ha partecipato ben dieci volte alla celebre 24 Ore di Le Mans, più di qualsiasi altra donna. Non solo Le Mans, però: l’avventurosa francese si è cimentata anche nel durissimo Rally Parigi-Dakar per altrettante edizioni, sempre alla ricerca di nuove sfide e traguardi.

Oggi Anny-Charlotte, 81 anni, vive una vita tranquilla nella sua casa vicino a Biarritz, nel sud-ovest della Francia, godendosi il panorama e ricordando con soddisfazione le sue incredibili esperienze. “Ho sempre fatto ciò che volevo,” dichiara con un sorriso.

Il sogno di diventare pilota si accende in Anny-Charlotte nel 1949, quando suo padre, Jean-Louis François Verney, vicepresidente dell’Automobile Club de l’Ouest (ACO) e tra gli organizzatori della 24 Ore di Le Mans, la portò a vedere la gara. Anny-Charlotte, allora sei anni, osserva le auto sfrecciare sul circuito della sua città natale e annuncia convinta: “Un giorno correrò insieme a loro.” Suo padre accoglie questa affermazione con un affettuoso “Oui, oui” senza immaginare che quelle parole fossero il preludio di una carriera formidabile.

Da giovane ribelle, Anny-Charlotte si ribella alle aspettative della famiglia. All’età di 21 anni entra in una scuola per modelle, e inizia a sfilare per marchi iconici come L’Oréal e Hermès. Ma le corse rimangono nella sua mente, e nel 1971 fa ritorno a Le Mans per iscriversi alla prestigiosa École de pilotage Bugatti. Su 150 candidati, Anny-Charlotte è l’unica donna e si classifica nona, meritando un posto nella squadra Citroën che la fa correre con una monoposto Citroën MEP.

Nel 1974 Anny-Charlotte ottiene finalmente la grande occasione di correre alla 24 Ore di Le Mans, grazie a un accordo di sponsorizzazione con BP. Guiderà una Porsche 911 Carrera RSR con Pierre Mauroy ed un’altra ragazza, Martine Rénier. La reazione dei suoi genitori è shoccante: suo padre, solitamente calmo e razionale, rimane sconvolto e, prima della gara, le implora di ritirarsi se dovesse percepire che la velocità è eccessiva. Con ironia, Anny-Charlotte promette di accostare e accendere le quattro frecce se fosse stato troppo per lei.

Durante la gara, inizialmente sente la tensione, con il cuore che batte forte mentre è circondata dalle altre vetture. Ma dopo pochi giri, il nervosismo si trasforma in concentrazione e gioia. La guida notturna, quando l’aria è più fresca e la macchina sembra una parte di lei, è per Anny-Charlotte un’esperienza indimenticabile: “Quella notte è stata meglio di qualsiasi notte con un uomo.”

Anny-Charlotte continua a distinguersi nelle edizioni successive della 24 Ore di Le Mans, ottenendo risultati straordinari, tra cui la vittoria di classe GT nel 1978 con una Porsche 911 Carrera RSR e un impressionante sesto posto assoluto nel 1981, assieme agli statunitensi Ralph Kent-Cooke e Bob Garretson, a bordo di una Porsche 935 K3, con cui raggiunge una velocità massima di 358 km/h. Grazie alla sua passione per la Porsche, Anny-Charlotte riesce a portare la casa automobilistica a livelli di notorietà ancora maggiori nel mondo delle gare di endurance. “Una Porsche è una Porsche,” afferma, riconoscendo l’affidabilità della vettura, perfetta per corse come Le Mans e Daytona.

Oltre alla pista di Le Mans, l’avventurosa pilota partecipa anche al Rally Parigi-Dakar, cimentandosi con lo stesso spirito combattivo e senza mai tirarsi indietro. La sua prima partecipazione avviene nel 1982, al fianco di Mark Thatcher, figlio dell’allora Primo Ministro britannico Margaret Thatcher. In quell’occasione, un guasto all’asse posteriore li lascia bloccati nel deserto algerino, dove affrontano temperature che variano da -5°C di notte a quasi 40°C di giorno. Dopo sei giorni senza acqua e costretti a bere persino il liquido refrigerante e il profumo di Anny-Charlotte, i soccorsi li trovano appena in tempo.L’esperienza, però, non scalfisce il suo spirito, e Verney continua a gareggiare nel Parigi-Dakar altre nove volte, sempre sfidando l’estremo e mantenendo la sua fama di pilota impavida e determinata.

Anny-Charlotte lascia il mondo delle competizioni nel 1992, dopo aver partecipato al rally Paris-Cape Town. Quando la domanda “Che cosa sto facendo qui?” inizia a ripetersi, decide che è giunto il momento di smettere. Si trasferisce per dieci anni nella Repubblica Dominicana, poi in Florida, per poi ritornare in Francia, dove vive tuttora. Oggi continua a vivere la sua vita secondo i suoi desideri. Gioca a golf tre volte a settimana, pratica pilates e si mantiene attiva. Spesso si mette al volante per andare a trovare amici o la sua famiglia, continuando a fare ciò che ama, esattamente come ha sempre fatto.

Immagini: Porsche AG e internet