Gigi Villoresi, un vita per le corse
Il pilota lombardo, a cavallo della seconda guerra mondiale, seppe vincere sia la Targa Florio che la Mille Miglia correndo con Maserati e Ferrari
Per il cittadino comune di Milano Villoresi è il nome del canale che, dal Ticino all’Adda, irriga la pianura lombarda. Per gli appassionati di motori, invece, Villoresi significa Luigi, detto Gigi, uno dei più grandi piloti italiani della prima metà del Novecento. Nato il 16 maggio 1909 in una famiglia benestante milanese, Luigi apparteneva a una dinastia legata sia all’ingegneria che alla velocità: il padre Gaetano era un imprenditore dell’energia elettrica e il nonno Eugenio l’ingegnere che progettò il famoso canale.

L’inizio della carriera con Emilio
Gigi sviluppò presto una passione per i motori, iniziando a gareggiare con una Lancia Lambda e successivamente con una Fiat 508 Balilla. Al suo fianco c’era spesso il fratello minore Emilio, con cui condivideva l’entusiasmo per le competizioni. La tragica morte di Emilio nel 1939, durante una sessione di prova a Monza con un’Alfa Romeo Alfetta, segnò profondamente la carriera e la vita di Luigi.
Nonostante questa perdita, il talento di Villoresi continuò a emergere. Nel 1935 ottenne un primo risultato importante, classificandosi sesto nella Coupe du Prince Ranier a Monaco, una gara riservata alla categoria voiturette. Questo piazzamento gli valse l’ingresso nella squadra di Ernesto Maserati, dando inizio a una collaborazione che sarebbe durata fino al 1949.
I successi prebellici: Brno, Pescara e la Targa Florio
Villoresi si affermò presto come uno dei piloti più promettenti della sua generazione. Nel 1937 conquistò il Gran Premio di Brno, mentre l’anno successivo vinse la Coppa Acerbo a Pescara. La definitiva consacrazione arrivò però nel 1939 con la vittoria alla Targa Florio, un successo bissato nel 1940, sempre al volante di una Maserati 6CM 1500.
Dopo la guerra, un ritorno trionfale
La Seconda Guerra Mondiale mise in pausa le competizioni, ma Villoresi non abbandonò mai il sogno di correre. Nel 1946, tornato in pista, vinse il Gran Prix di Nice, successo replicato l’anno seguente. Il 1947 fu un anno particolarmente importante: Villoresi si laureò campione italiano assoluto, titolo che riconquistò nel 1948. In quegli anni ottenne vittorie prestigiose, tra cui il GP di Gran Bretagna e il Grand Prix di Bruxelles nel 1949.
L’approdo in Ferrari
Nel 1950, ormai quarantenne e pilota esperto, Villoresi ricevette una chiamata da Enzo Ferrari. Dopo anni di fedeltà alla Maserati, Gigi accettò l’offerta del Cavallino Rampante. Con la Ferrari, Villoresi gareggiò sia in Formula 1 sia nelle corse su strada, dimostrandosi un pilota versatile e affidabile.
Nel 1951 vinse la Mille Miglia insieme a Piero Cassani su una Ferrari 340 America. In Formula 1, tra il 1951 e il 1953, ottenne numerosi podi, tra cui il terzo posto in Belgio, Francia e Gran Bretagna. Con la Ferrari 500, si distinse ancora nel 1952 e nel 1953, raggiungendo il secondo posto in Argentina e Belgio.
Gli ultimi anni in pista
Villoresi continuò a correre fino al 1956, guidando vetture iconiche come la Maserati 250F e la Lancia D50. Sebbene non abbia ottenuto risultati di grande rilievo negli ultimi anni di carriera, il suo contributo al motorsport rimase indiscusso.
L’ultimo acuto della sua carriera arrivò nel 1958, quando, insieme a Ciro Basadonna, vinse il Rally dell’Acropoli in Grecia a bordo di una Lancia Aurelia GT. Fu il canto del cigno di una carriera straordinaria.
Ambasciatore del motorsport
Dopo il ritiro, Luigi Villoresi si trasferì a Modena, dove visse una vita tranquilla, ma senza mai perdere il contatto con il mondo delle corse. Rimase ambasciatore della Maserati, portando avanti il suo amore per i motori e la velocità. Villoresi si spense il 24 agosto 1997, all’età di 88 anni. Con lui si chiuse un capitolo fondamentale della storia del motorsport italiano, ma il suo nome resta impresso nella memoria degli appassionati, così come la sua passione per le corse che lo aveva sempre contraddistinto.
Eredità di un campione
Luigi Villoresi non fu solo un pilota di grande talento, ma anche un simbolo di eleganza e sportività. I suoi successi, dalla Targa Florio alla Mille Miglia, e i suoi contributi alla Formula 1, lo collocano tra i grandi dell’automobilismo italiano. Una leggenda che, ancora oggi, rappresenta un’ispirazione per chiunque sogni di competere al volante.