Paul Newman, il pilota dagli occhi di ghiaccio
Cento anni fa nasceva il grande attore americano. Arrivato tardi all’automobilismo seppe ottenere vittorie e titoli. Memorabile il secondo posto a Le Mans.
Quando si pensa a Paul Newman, viene subito in mente il carismatico attore hollywoodiano, protagonista di capolavori come La stangata e Butch Cassidy. L’attore dagli occhi di ghiaccio vincitore di tre premi Oscar. Era nato il 26 gennaio 1925, ovvero cento anni fa e ci ha lasciato il 26 settembre 2008 vinto, a 83 anni, da un cancro ai polmoni.

Tuttavia, Newman era molto più di un volto iconico del cinema: era anche un pilota straordinario, capace di vincere alcune delle gare più prestigiose del mondo. E lo ha fatto sfidando ogni pregiudizio sull’età e sulla dedizione al motorsport.

Un amore nato sul set
L’avventura di Paul Newman nel mondo delle corse inizia quasi per caso, ma con un tocco del destino. Nel 1969 accettò il ruolo di Frank Capua, un pilota di auto da corsa, nel film Winning (Indianapolis pista infernale nella versione italiana). Anche se altri ruoli gli avrebbero garantito compensi maggiori, Newman scelse quella parte per un motivo preciso: il film gli permetteva di guidare auto da corsa.

Per prepararsi al ruolo, Newman e il co-protagonista Robert Wagner si iscrissero alla famosa Bob Bondurant Racing School. Fu in quel momento che scoccò la scintilla. Sebbene inizialmente non fosse particolarmente abile, Newman dimostrò un talento nascosto e un’incredibile determinazione. Il film, pur non essendo un successo di botteghino, segnò un punto di svolta nella sua vita: da lì in poi, la passione per le corse avrebbe oscurato persino la recitazione, che Newman definì “un mezzo per pagare i conti”.
Un debutto umile, ma significativo
Newman iniziò la sua carriera agonistica in punta di piedi. Nonostante la possibilità di permettersi le auto più costose e prestigiose, preferì costruire le sue abilità dal basso. Scelse come prima vettura da corsa una Datsun 510, una berlina compatta conosciuta per la sua ottima maneggevolezza e il costo contenuto. Fu una scelta azzeccata: la Datsun gli permise di imparare le basi senza distrazioni, e il nome PL Newman che usava per iscriversi alle gare gli garantì un certo anonimato, lontano dai riflettori di Hollywood.
Nel 1972 debuttò come pilota per il team Bob Sharp Racing, passando poi a vetture più potenti come la Datsun 280ZX. Nel 1976 conquistò il suo primo titolo SCCA (Sports Car Club of America) nella classe D, al volante di una Triumph TR6.
Di se stesso, Paul Newman disse: “Sono stato un cattivo pugile, un deludente giocatore di football americano, di tennis, di badminton, un pessimo sciatore. Non ho mai avuto il dono della grazia nello sport. Poi un giorno mi son detto: Sta’ a vedere che invece sono un decente pilota…”
L’ascesa a pilota professionista
A fine anni ’70, Paul Newman non era più considerato un semplice “pilota celebrità”. Con due titoli SCCA al suo attivo e numerose vittorie, dimostrò di essere un vero professionista. La consacrazione arrivò nel 1979, quando partecipò alla 24 Ore di Le Mans, una delle gare di endurance più difficili e prestigiose del mondo. In squadra con Dick Barbour e Rolf Stommelen, Newman portò la Porsche 935 soprannominata al secondo posto assoluto e alla vittoria di classe Imsa. Un risultato straordinario, considerando che aveva iniziato a correre da meno di dieci anni ed era già un cinquantaquattrenne. Al primo posto la Porsche 935 Gruppo 5 di Klaus Ludwig e dei fratelli Whittingon.
Il pilota senza età
Se c’è una cosa che Newman ha dimostrato, è che l’età non è un ostacolo per chi ha passione e determinazione. Nel 1995, a 70 anni, partecipò alla 24 Ore di Daytona, guidando una Ford Mustang GTS-1 sponsorizzata dalla Paramount Pictures. Il numero sulla sua auto? Il 70, in onore della sua età. Con un’incredibile performance, vinse la sua categoria e si classificò quinto assoluto, diventando il pilota più anziano a vincere una gara di tale portata.
Ma Newman non si fermò lì. Nel 2005, a 80 anni, tornò a Daytona, questa volta al volante di un’auto del team Newman/Haas Racing, scuderia che aveva fondato assieme a Carl Haas nel 1983. La squadra fu tra le più dominanti della storia della CART/Champ Car, conquistando vittorie e titoli (ben otto) grazie a piloti del calibro di Mario Andretti, Michael Andretti, Cristiano Da Matta, Nigel Mansell e Sébastien Bourdais.
L’ultimo giro di pista
L’ultima apparizione di Newman come pilota risale al 2007, quando si iscrisse a una gara al circuito di Watkins Glen. A bordo di una Chevrolet Corvette GT-1 da 700 cavalli, il numero sulla sua auto era simbolicamente l’82, la sua età. Chiuse la gara al quarto posto, dimostrando ancora una volta che la passione non conosce limiti anagrafici.