Peugeot e la F1: un matrimonio senza gioia
La casa francese visse sette stagioni nella massima formula come fornitrice di motori, senza riuscire ad ottenere una vittoria. McLaren, Jordan e Prost i team con cui collaborò.
Nel mondo dello sport Peugeot è conosciuta soprattutto per le sue vittorie nei rally, alla Dakar, a Le Mans e nelle competizioni di durata, ma la casa francese trent’anni fa è entrata anche in Formula 1 con i suoi motori. Una sfida durata sette stagioni, dal 1994 al 2000, che ha contribuito alla crescita tecnica e sportiva della casa di Sochaux.

Il debutto di Peugeot in Formula 1 avvenne nel 1994 come fornitore di motori alla McLaren, all’epoca uno dei team di punta del Circus e guidato da Ron Dennis. Nella stagione precedente la Mclaren si era ritrovata con il motore Ford Cosworth HBD, un V8 capace di circa 700 CV e Ayrton Senna nulla potè, nonostante un motore più leggere e meno “assetato”, contro Alain Prost, che aveva firmato con la Williams spinta dal V10 Renault da 780 CV. Nel 1994 il brasiliano passa alla Wiliams al posto dell’eterno rivale ed al suo posto la McLaren prende il finlandese Mika Häkkinen. Il motore aspirato Ford viene pensionato ed al suo posto arriva il V10 Peugeot denominato A4. Dato che nel 1993 era stato abolito il Campionato Mondiale Sport Prototipi a causa del ritiro della maggior parte dei costruttori per gli alti costi e lo scarso ritorno d’immagine, Peugeot decise di utilizzare il motore SA35-A2, l’ultima evoluzione del motore utilizzato sulla 905 nelle gare endurance, come base per l’A4 da utilizzare in Formula 1.

Per Peugeot, fornire il proprio propulsore V10 a un top team rappresentava una sfida immensa e una grande opportunità. La McLaren poteva contare su un’esperienza consolidata e su una coppia di piloti di talento: il finlandese Mika Häkkinen e l’inglese Martin Brundle. L’A4 montato sui telai Mp4/9, si dimostrò subito poco affidabile e quindi dopo sole tre gare venne introdotta una nuova versione denominata A6 che era più potente (circa 750 CV contro i 700 dell’A4) ma soprattutto garantiva maggiori prestazioni ed una migliore affidabilità.

Quell’anno il team inglese, dopo diverse stagioni, non conquistò neppure una vittoria ma al Gran Premio di San Marino ad Imola, Häkkinen conquistò il terzo posto mentre a Monaco Brundle ottenne un brillante secondo posto. Häkkinen confermò il potenziale della McLaren-Peugeot con un secondo posto in Belgio ed i terzi posti in Gran Bretagna, Monza, Portogallo e Spagna. A fine anno, la McLaren chiuse al quarto posto nel campionato costruttori, stessa posizione per Häkkinen tra i piloti, con Brundle settimo.

Per il 1995 McLaren decise di cambiare strategia e affrontare una nuova sfida, l’utilizzo del motore Mercedes. Dennis decise di rompere il contratto con i francesi (che, tra l’altro, volevano Philippe Alliot su una delle monoposto) dopo una stagione costellata di dissidi ed incomprensioni. La Peugeot allora strinse un accordo con la Jordan, una squadra emergente con ambizioni e un solido team tecnico. Tuttavia, i risultati non furono all’altezza delle aspettative: nonostante l’impegno, il miglior piazzamento della stagione fu un sesto posto ottenuto da Rubens Barrichello in Canada che finì subito davanti al compagno di squadra Eddie Irvine. Nel 1996 andò poco meglio con due due quarti posti guadagnati da Barrichello e da Brundle.
Nel 1997 Ralf Schumacher ottiene un terzo posto in Argentina, seguito da Giancarlo Fisichella che collezionò un terzo posto in Canada e una serie di quarti posti a San Marino, a Monza e in Austria.
Per il 1998 Peugeot decise di unire le proprie forze con una scuderia francese. Nel 1997 Alain Prost aveva rilevato la Ligier rinominandola Prost Grand Prix montando motori Mugen Honda ma nel 1998, lasciata la Jordan, il matrimonio con Peugeot ebbe luogo. Il sodalizio tra il talento e l’esperienza di Prost e la tecnologia di Peugeot fece sognare i tifosi francesi, ma le difficoltà non tardarono a manifestarsi. Alla fine della stagione la squadra conquistò solo il sesto posto di Jarno Trulli in Belgio.
Nel 1999, l’italiano (l’altro pilota era Olivier Panis) portò una ventata di ottimismo alla Prost-Peugeot, conquistando il secondo posto al Gran Premio d’Europa,sul circuito del Nürburgring. Questo risultato, che segnò l’ultimo podio per il motore Peugeot in Formula 1, fu visto come un segnale di speranza. Tuttavia, la scarsa affidabilità del propulsore e la difficoltà nel competere con le scuderie dominanti dell’epoca, come Ferrari e McLaren, posero Peugeot di fronte a un bivio.
L’esperienza in Formula 1 di Peugeot terminò al termine della stagione 2000, anno in cui i piloti della Prost erano Jean Alesi e Nick Heifeld. Il marchio francese decise di concentrare le proprie risorse su progetti più vicini alle proprie radici, come il ritorno nelle competizioni di durata e nei rally, settori in cui Peugeot ha sempre dimostrato la propria eccellenza. I motori, tuttavia, continuarono a gareggiare nel Circus, poiché furono ceduti all’azienda Asiatech, che li utilizzò su Arrows e successivamente su Minardi fino al 2002.